Sabato 18
e domenica 19 luglio si è celebrata a
Venezia la festa del Redentore, antica
ricorrenza religiosa che vede sin dal
1400, ogni anno, tutta la popolazione
veneziana riunita per le strade, sulle
rive dei canali, ed infine nella
Basilica del Redentore in festoso ed
allo stesso tempo mistico raccoglimento.
La sottosezione UNITALSI di Trieste vi ha partecipato nella giornata di
sabato per la quarta volta, per
consentire ancora una volta a tutti i
suoi soci, specialmente ammalati e
disabili, che da sempre in essa trovano
un valido punto di aiuto e di
riferimento, un momento di svago ma
anche di preghiera e di raccoglimento.
Il pullman ed i pullmini che ci
trasportavano sono arrivati a Venezia
nelle prime ore del pomeriggio, e sulle
rive del Tronchetto il gruppo di Trieste
si è unito ai gruppi delle altre
Sottosezioni partecipanti; da qui tutti
assieme ci siamo imbarcati alla volta
dell’isola di San Giorgio, su due
traghetti di linea all’uopo noleggiati.
La giornata era limpida e fresca, il
giorno prima c’erano stati dei rovesci
temporaleschi, ma quel sabato, al
contrario di Trieste, il cielo era
sereno, il sole splendeva e, come da
sempre vuole la tradizione, la festa non
è stata offuscata da alcun temporale. Il
traghetto si è mosso piano sulle acque
del canale, che erano gremite di
imbarcazioni di tutti i tipi che
rendevano lenta la navigazione: si
trattava di motoscafi, di barche e di
yacht richiamati in gran numero dalla
festa imminente.
Mano a mano che il traghetto scivolava
sulle acque del canale, si dispiegava ai
nostri occhi la visione romantica e
magnifica, vagamente decadente di
Venezia, con la lunga teoria dei suoi
giardini ombrosi e delle sue ville, che
dalle rive ci davano il loro benvenuto.
Poi ad un certo punto il canale si è
allargato e ci siamo ritrovati nel cuore
pulsante di Venezia, nel bacino di San
Marco. In lontananza, immerse in uno
splendido bagno di luce, sono apparse in
tutta la loro magnificenza piazza San
Marco con la Basilica ed il Palazzo
Ducale da un lato, e dall’altro la
Chiesa della Salute, con la sua alta
cupola che risplendeva nel sole. Il
traghetto ha attraccato di fronte a
queste, dall’altro lato della laguna,
all’isola di San Giorgio. La Basilica di
San Giorgio Maggiore, incombente sul
mare, sulle cui rive si erge in tutta la
sua armonica maestosità, ci ha accolti
per la celebrazione della S. Messa. La
Chiesa fu progettata da Andrea Palladio,
ed il suo interno è arricchito da
splendidi dipinti del Tintoretto, mentre
il monastero benedettino è disposto
attorno ai due chiostri. L’interno della
chiesa era bianco, lineare e superbo
come il suo esterno, e ne perpetuava
all’infinito, insensibilmente, l’armonia
delle linee, sottolineando in maniera
molto incisiva la grande spiritualità
del momento. La Santa Messa si è
consumata con grande partecipazione di
tutti, in un commosso e sincero spirito
di religiosità.
Dopo la S. Messa siamo andati a sederci
tutti quanti assieme, in festosa
armonia, sul sagrato davanti la Basilica
e di fronte al bacino di San Marco, in
un settore di quattrocento posti a noi
riservato, e lì abbiamo consumato
un’ottima ed abbondantissima cena.
Dinanzi ai nostri occhi si dispiegava lo
spettacolo magnifico della laguna, con i
palazzi del Canal Grande in lontananza.
Verso mezzanotte, dopo che è calata
l’oscurità, hanno avuto inizio gli
spettacoli pirotecnici e la notte si è
incendiata di mille colori, di mille
luci che esplodevano incessantemente in
un assordante tripudio di rosso, di
azzurro, di giallo e di verde, di
argento e di oro. Nel frattempo, come
vuole la tradizione, gli abitanti di
Venezia si accalcavano attorno a noi,
consumando abbondanti cene, chi sulle
barche e chi su lunghe tavole imbandite
sui moli.
Per i veneziani le celebrazioni
sarebbero andate avanti per tutta la
domenica successiva, 19 luglio, e
migliaia di persone si sarebbero recate
in visita alla Basilica del Redentore,
percorrendo il tradizionale ponte di
barche allestito per l’occasione per
attraversare il canale della Giudecca.
Poi la festa, nella sera della domenica,
si sarebbe conclusa con la solenne Messa
votiva presieduta dal Patriarca di
Venezia, con la processione del SS
Sacramento, e con la benedizione della
città. Per noi dell’UNITALSI triestina
la festa ha avuto termine il sabato, con
i fuochi d’artificio. Erano le 5 del
mattino quando siamo ritornati alle
nostre case, forse stanchi nel corpo ma
fortificati nello spirito, accomunati
ancora una volta a tutti i nostri
fratelli meno fortunati di noi ai quali
speriamo di aver regalato qualche
momento di gioia, di svago e di
conforto, oltre che di religioso
raccoglimento. E’ in occasioni come
questa che la nostra solidarietà di
cristiani diventa più evidente e
tangibile. Ed è questo il significato
dell’UNITALSI.
Francesca
Mongelli