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18 luglio 2009
Festa del Redentore - Venezia

Sabato 18 e domenica 19 luglio  si è celebrata a Venezia la festa del Redentore, antica ricorrenza religiosa che vede sin dal 1400, ogni anno, tutta la popolazione veneziana riunita per le strade, sulle rive dei canali, ed infine nella Basilica del Redentore in festoso ed allo stesso tempo mistico raccoglimento.

 La sottosezione UNITALSI di Trieste vi ha partecipato nella giornata di sabato per la quarta volta, per consentire ancora una volta a tutti i suoi soci, specialmente ammalati e disabili, che da sempre in essa trovano un valido punto di aiuto e di riferimento, un momento di svago ma anche di preghiera e di raccoglimento. Il pullman ed i pullmini che ci trasportavano sono arrivati a Venezia nelle prime ore del pomeriggio, e sulle rive del Tronchetto il gruppo di Trieste si è unito ai gruppi delle altre Sottosezioni partecipanti; da qui tutti assieme ci siamo imbarcati alla volta dell’isola di San Giorgio, su due traghetti di linea all’uopo noleggiati.

La giornata era limpida e fresca, il giorno prima c’erano stati dei rovesci temporaleschi, ma quel sabato, al contrario di Trieste, il cielo era sereno, il sole splendeva e, come da sempre vuole la tradizione, la festa non è stata offuscata da alcun temporale. Il traghetto si è mosso piano sulle acque del canale, che erano gremite di imbarcazioni di tutti i tipi che rendevano lenta la navigazione: si trattava di motoscafi, di barche e di yacht richiamati in gran numero dalla festa imminente.

Mano a mano che il traghetto scivolava sulle acque del canale, si dispiegava ai nostri occhi la visione romantica e magnifica, vagamente decadente di Venezia, con la lunga teoria dei suoi giardini ombrosi e delle sue ville, che dalle rive ci davano il loro benvenuto. Poi ad un certo punto il canale si è allargato e ci siamo ritrovati nel cuore pulsante di Venezia, nel bacino di San Marco.  In lontananza, immerse in uno splendido bagno di luce, sono apparse in tutta la loro magnificenza piazza San Marco con la Basilica ed il Palazzo Ducale da un lato, e dall’altro la Chiesa della Salute, con la sua alta cupola che risplendeva nel sole. Il traghetto ha attraccato di fronte a queste, dall’altro lato della laguna, all’isola di San Giorgio. La Basilica di San Giorgio Maggiore, incombente sul mare, sulle cui rive si erge in tutta la sua armonica maestosità, ci ha accolti per la celebrazione della S. Messa. La Chiesa fu progettata da Andrea Palladio, ed il suo interno è arricchito da splendidi dipinti del Tintoretto, mentre il monastero benedettino è disposto attorno ai due chiostri. L’interno della chiesa era bianco, lineare e superbo come il suo esterno, e ne perpetuava all’infinito, insensibilmente, l’armonia delle linee, sottolineando in maniera molto incisiva la grande spiritualità del momento. La Santa Messa si è consumata con grande partecipazione di tutti, in un commosso e sincero spirito di religiosità.

Dopo la S. Messa siamo andati a sederci tutti quanti assieme, in festosa armonia, sul sagrato davanti la Basilica e di fronte al bacino di San Marco, in un settore di quattrocento posti a noi riservato, e lì abbiamo consumato un’ottima ed abbondantissima cena. Dinanzi ai nostri occhi si dispiegava lo spettacolo magnifico della laguna, con i palazzi del Canal Grande in lontananza. Verso mezzanotte, dopo che è calata l’oscurità, hanno avuto inizio gli spettacoli pirotecnici e la notte si è incendiata di mille colori, di mille luci che esplodevano incessantemente in un assordante tripudio di rosso, di azzurro, di giallo e di verde, di argento e di oro. Nel frattempo, come vuole la tradizione, gli abitanti di Venezia si accalcavano attorno a noi, consumando abbondanti cene, chi sulle barche e chi su lunghe tavole imbandite sui moli.

Per i veneziani le celebrazioni sarebbero andate avanti per tutta la domenica successiva, 19 luglio, e migliaia di persone si sarebbero recate in visita alla Basilica del Redentore, percorrendo il tradizionale ponte di barche allestito per l’occasione per attraversare il canale della Giudecca. Poi la festa, nella sera della domenica, si sarebbe conclusa con la solenne Messa votiva presieduta dal Patriarca di Venezia, con la processione del SS Sacramento, e con la benedizione della città. Per noi dell’UNITALSI triestina la festa ha avuto termine il sabato, con i fuochi d’artificio. Erano le 5 del mattino quando siamo ritornati alle nostre case, forse stanchi nel corpo ma fortificati nello spirito,  accomunati ancora una volta a tutti i nostri fratelli meno fortunati di noi ai quali speriamo di aver regalato qualche momento di gioia, di svago e di conforto, oltre che di religioso raccoglimento. E’ in occasioni come questa che la nostra solidarietà di cristiani diventa più evidente e tangibile. Ed è questo il significato dell’UNITALSI.

Francesca Mongelli