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15 luglio 2006
Festa del Redentore - Venezia

 

“Tutta Venezia s’era data convegno all’aperto, sull’acqua... in un’ampia distesa... erano radunate migliaia di gondole ed ognuna di esse aveva dieci, venti persino trenta lanterne colorate sospese tutt’intorno... sino a perdita d’occhio, queste luci policrome erano ammassate come un vasto giardino di fiori dalle mille tinte... c’era una musica dappertutto, ero così circondato, avviluppato di musica, di magnificenza e di grazia che mi sentii ispirato dall’atmosfera di quello scenario e mi misi a cantare io stesso una canzone…”
Cosi’ Mark Twain descriveva la Festa del Redentore nel 1867, manifestazione che si svolge ogni anno a Venezia dal lontano 1577.
Per me, che ho partecipato la prima volta grazie all’UNITALSI di Trieste e Venezia, e’ anche stata un’esperienza davvero unica, e l’atmosfera che si respirava era molto simile da sopra quella descritta.
Per capire le origini di questa festa dobbiamo portarci indietro di circa cinque secoli, piu’ precisamente nella Venezia del XVI secolo, in cui questa citta’ aveva una una vivacita’ culturale molto importante, tanto che era frequentata da personaggi come Tiziano, Tintoretto, Palladio, Sansovino e altri ancora.
Nel triennio 1575-1577 la Serenissima fu sconvolta dal morbo della peste che porto’ alla morte circa 50.000 persone, un terzo della popolazione residente. Il Doge, di fronte a questo flagello, fece un voto per il quale volle erigere una chiesa dedicata al Cristo Redentore, affinché intercedesse per la fine della pestilenza. Il 13 giugno 1577 la pestilenza fu dichiarata debellata e si decise di festeggiare la liberazione dal morbo per ogni anno la terza domenica di luglio, e si volle dare alla festa, oltre che un aspetto religioso, anche un aspetto piu’ popolare, proprio per rimarcare questo momento liberatorio dopo tanta tristezza. Quindi per l’occasione, come avviene anche oggi, venne eretto un ponte di barche che attraversa il Canal Grande e arriva all’isola della Giudecca proprio davanti alla Chiesa del Redentore, contornata dalla gente festante e gioiosa e le barche addobbate con luci colorate.
Quest’anno l’UNITALSI di Trieste ha voluto partecipare a questa manifestazione, e oltre ai volontari, hanno partecipato naturalmente diversi ammalati e disabili in carrozzina, con i quali si e’ condiviso questa gioiosa esperienza.
Siamo partiti nel tardo pomeriggio da Trieste col pullman e dopo una piccola pausa ristoratrice prima di Venezia, siamo arrivati all’imbarcadero del Tronchetto dove ad attenderci c’erano i nostri amici dell’UNITALSI di Venezia che ci hanno letteralmente seguito e assistito per tutto il tempo che siamo rimasti nella citta’ lagunare. Oltre alla nostra presenza,  hanno partecipato altre sottosezioni dell’UNITALSI, tra cui voglio ricordare Vicenza e Bolzano.
Dopo una piccola pausa di attesa, sono arrivati i due vaporetti che l’UNITALSI aveva noleggiato e una volta imbarcati siamo arrivati fino davanti l’isola della Giudecca proprio di fronte alla Chiesa del Redentore.
Durante il tragitto abbiamo potuto ammirare Venezia di sera vista dal canale e lo spettacolo era veramente unico, in quanto lungo le banchine c’era una fila interminabile di palloncini illuminati agganciati ai lampioni, tantissime barche anch’esse addobbate a festa con lumiarie multicolori e moltissima gente che passeggiava lungo le banchine con i negozi e locali aperti.
Una volta attraccati, e’ stata distribuita della frutta fresca a tutti e dolci tipici veneziani e ci siamo preparati nell’attesa dello spettacolo pirotecnico, sistemando le persone che erano a bordo in modo tale che tutti potessero godere dello spettacolo.
Infatti l’apice di questa festa sono i fuochi artificiali che sono iniziati intorno alle 23.30 e sono durati la bellezza di 45 minuti. Lo spettacolo e’ stato veramente incredibile, in quanto le figure che i fuochi hanno realizzato nel cielo erano uniche, si vedevano quadrifogli con i petali verdi, spirali di vai colori, e splendidi cuori color rosso. Inoltre fontane colorate, esplosioni l’una dentro l’altra con giochi di luce per poi finire con il gran finale dove tanti erano i fuochi in cielo che il canale e Venezia erano illuminati a giorno.
Alla fine dei fuochi, mentre la folla applaudiva entusiasta, le campane della chiesa del Redentore hanno incominciato a suonare a festa a perenne ricordo della fine della tremenda pestilenza e della liberazione della citta’ da questo flagello.
Oggi questa festa e’ realizzata in misura prettamente “turistica”, tuttavia e’ fondamentale ricordare l’origine votiva e religiosa, in un tempo in cui ci si affidava a Dio in maniera molto piu’ profonda di quello che succede oggi.
A questo punto possiamo ringraziare l’UNITALSI di Trieste che ha permesso di essere a Venezia per un evento cosi’ importante e un grazie particolare agli amici dell’UNITALSI di Venezia che con la loro opera e con il loro impegno hanno permesso la partecipazione a questo evento in maniera esemplare, e un arrivederci al prossimo anno.

Gianpaolo Pellarini